non devo avere paura. La paura uccide la mente. La paura è piccola morte che porta con sé l’annullamento totale. Guarderò in faccia la mia paura, permetterò che mi calpesti e mi attraversi. E quando sarà passata aprirò il mio occhio interiore e ne scruterò il percorso. La dove andrà la mia paura non ci sarà più nulla. Soltanto io ci sarò.
“Frank Herbert”
Nella mia pratica di psicologo ho visto e vedo soffrire tante persone per la paura. Quest’ultima produce incomprensioni e delusioni; guerre e conflitti; blocca le emozioni e rende tristi. Considero una persona libera chi riesce ad essere se stesso, nella sua integrità e consapevolezza, senza condizionamenti familiari e sociali.
Il mio possibile intervento sarà dunque quello di aiutarvi ad “essere persone libere” in quanto questo sarà il presupposto fondamentale per vincere l’ansia e il panico.
Disturbi d’Ansia
I disturbi d’ansia possono essere classificati nel modo seguente: attacco di panico, disturbo di panico senza agorafobia, disturbo di panico con agorafobia, agorafofia senza anamnesi di disturbo di panico, fobia specifica, fobia sociale, disturbo ossessivo-compulsivo, disturbo post-traumatico da stress, disturbo acuto da stress, disturbo d’ansia generalizzato.
L’ansia può essere espressione di un conflitto interno che è importante comprendere e rielaborare. È una forma di paura non legata ad un oggetto specifico e funge da campanello d’allarme che avvisa di un pericolo che è necessario individuare.
1) Attacco di panico: l’attacco di panico consiste in un breve periodo in cui la persona che ne soffre è pervasa da un senso di terrore, spesso legato all’urgenza di fuggire di fronte a eventi ritenuti catastrofici e incombenti. I sintomi raggiungono il picco in dieci minuti e sono almeno quattro tra i seguenti: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, sudorazione, tremori fini o a grandi scosse, dispnea o sensazione di soffocamento, sensazione di asfissia, dolore o fastidio al petto, nausea o disturbi addominali, sensazioni di sbandamento, di instabilità, di testa leggera o di svenimento, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (essere distaccati da se stessi), paura di perdere il controllo o di impazzire, paura di morire, parestesie (sensazioni di torpore o di formicolio), brividi o vampate di calore, vertigini.
Nella storia delle persone che soffrono di attacchi di panico sono spesso presenti eventi stressanti, o la separazione da figure significative prima dell’insorgenza del disagio. Nella psicoterapia il tipo di conflitto espresso attraverso il panico è il punto centrale da esplorare.
2) Disturbo di panico senza agorafobia: Il disturbo è caratterizzato da frequenti attacchi di panico, che appaiono all’improvviso, e dalla continua preoccupazione della minaccia del loro ritorno.
3) Attacco di panico con agorafobia e agorafobia senza anamnesi di disturbo di panico: il soggetto prova forte ansia quando si trova in situazioni dalle quali gli sembra difficile farne fronte o allontanarsi e ha paura di non poter ricevere aiuto se dovesse capitarle un attacco di panico. In genere questa paura si verifica quando la persona si allontana dai suoi punti di riferimento come la casa. Gli episodi maggiori si verificano quando la persona si trova in luoghi affollati o in mezzi di trasporto come ad esempio treni, auto, autobus. Di conseguenza il soggetto evita di allontanarsi troppo da casa e quando è necessario si fa accompagnare da qualcuno. Spesso le persone che soffrono di questo disturbo provano smarrimento, non sanno dove andare e provano una sensazione di mancanza d’aria. L’agorafobia si può presentare sia in presenza dell’attacco di panico sia senza l’attacco di panico. In quest’ultimo caso l’utente vive nell’angoscia che l’attacco di panico possa giungere. L’agorafobico ha anche spunti claustrofobici: può soffrire se si trova tra la folla al chiuso sentendosi ingabbiato senza possibilità di fuga.
4) Fobia specifica: Per fobia specifica s’intende un’ansia significativa che la persona prova quando si trova di fronte ad un oggetto o ad una situazioni temuti, che spesso determina condotte di evitamento. Anche se il soggetto riconosce l’eccessiva paura e l’irragionevolezza di questa, non riesce a controllarla. Lo stile difensivo privilegiato è l’evitamento che contribuisce ad aumentare la paura e ad aumentare il blocco emotivo verso quel particolare oggetto o situazione. Alcuni tipi di fobie specifiche possono essere: di tipo animale, di tipo ambiente naturale, di tipo sangue-iniezioni-ferite, di tipo situazionale.
5) Fobia sociale: eccessiva ansia suscitata da prestazioni o da situazioni sociali. La persona vive un conflitto tra l’esibirsi e il non esibirsi, il mostrarsi e il nascondersi. L’esibizione viene colpevolizzata. La persona vorrebbe mostrarsi ma succedono immediatamente sentimenti di colpa e di vergogna.
6) Disturbo ossessivo compulsivo: La persona presenta pensieri ricorrenti che provocano forte ansia e che vengono vissuti dall’individuo come intrusivi e inappropriati. A questi pensieri seguono le compulsioni che consistono in una specie di rituali che cercano di esorcizzare e neutralizzare i pensieri ossessivi. Si manifestano perciò comportamenti ripetitivi (ad esempio allineare gli oggetti in un certo modo, lavarsi le mani, riordinare, controllare la chiusura di porte, controllare il gas…) o azioni mentali (come pregare, contare, ripetere parole mentalmente…) che la persona mette in atto in risposta a un ossessione. Queste regole devono essere seguite rigidamente. Questo disturbo interferisce sul funzionamento globale della persona stessa, modifica le abitudini quotidiane e richiede un grosso dispendio di energia e di tempo. Il soggetto non può evitare di mettere in atto rituali, comportamenti fissi e rigidi, stereotipie: appare ritentivo, rigido, pervicace, manifestano una logica di accumulo (per esempio collezioni), una marcata aggressività verso se stesso e verso gli altri, che interferisce nelle relazioni sociali.
7) Disturbo post traumatico da stress e disturbo acuto da stress: nel disturbo post-traumatico da stress la persona rivive un evento estremamente traumatico riprovando sentimenti di terrore, impotenza ed orrore. Il soggetto continua a sperimentare nell’immaginario e nei pensieri il trauma da cui è stato colpito e sente ancora vivo il dolore fisico e psichico provato. L’evento si può anche ripresentare in sogni, allucinazioni e momenti dissociativi. In questo disturbo sono presenti elementi simili a quelli depressivi come la diminuzione di interesse e di piacere nelle attività svolte, si verifica, inoltre, un forte aumento del livello d’ansia, una difficoltà a dormire, irritabilità, incapacità di concentrarsi, ipervigilanza. La durata del disturbo è superiore ad un mese. Il disturbo acuto da stress presenta sintomi simili al precedente, ma a differenza di quest’ultimo dura da un minimo di due giorni a un massimo di quattro settimane.
8) Disturbo d’ansia generalizzato: la persona soffre, da almeno sei mesi, di ansia e preoccupazioni difficilmente controllabili, smisurate e ripetute che riguardano una pluralità di tematiche (per esempio prestazioni lavorative, futuro dei figli, ecc) e sono presenti per la maggior parte della giornata. Queste preoccupazioni possono compromettere diminuire la concentrazione, causare tensione muscolare, affaticare il corpo, influenzare negativamente l’umore e il sonno.